Durante una partita di calcio i giocatori devono essere in grado di gestire lo spazio. Per applicare qualsiasi gestualità tecnica o eseguire qualsiasi movimento, infatti, occorre essere in relaione con questo fondamentale elemento.
I bambini devono quindi essere indirizzati a conoscere cosa li circonda in una situazione di gioco e devono apprendere le differenti espressioni - caratteristiche spazio/temporali - che compongono un'azione.
Analiziamo allora il fattore spaiale partendo da precisi capisaldi. Tutto, infatti, occupa un'area e ha una "dimensione" il proprio corpo occupa uno spazio, gli avversari e i compagni, l'arbitro e il pallone; anche linee di demarcazione identificano e limitano dei perimetri e delle aree. I giovani atleti dovrebbero essere guidati a esplorare questi elementi, cominciando dal proprio corpo per poi arrivare a capire come smarcarsi per ricevere la palla.
Tutto questo interagisce con un altro elemento determinante: la velocità. L'esecuzione di movimento di qualsiasi espressione, tecnica e non, agisce nello spazio in quanto determina sia il tempo di realizzazione di un movimento sia l'accorciamento o l'ampliamento dello stesso negli sviluppi di un'azione.
Gli spazi assumono proporzioni differenti e sono in continuo mutamento poiché in gara diventano piccolissimi o molto grandi, con estrema facilità. Questa variabile è determinata dalle distanze che rappresentano un concetto determinante da insegnare.
Spesso osservando una partita dei più piccoli ci si accorge dell'importanza di questa caratteristica: un conto è essere in troppi addosso alla palla, a un compagno o a un avversario e un altro è mantenere un equilibrio.
Le distanze esprimono lo spazio. Concetti quali: vicino, lontano, corto, lungo, largo e stretto, devono essere compresi e assimilati dai più giovani. La squadra non dovrebbe essere molto lunga e anche fra i reparti ci dovrebbe essere stabilità, altrimenti si regala spazio all'avversario. Allo stesso modo non si deve essere troppo stretti o corti, poiché si incapperebbe in uno stato di confusione in cui il movimento individuale e corale risulterebbe complesso. Questo significa capire chi si deve fermare e quando e chi si deve proporre e quando. Mantenere equilibrio è fondamentale.
All'azione difensiva deve poi partecipare tutta la compagine e non solo un reparto, così come per lo sviluppo di manovre offensive. Per fare ciò la squadra deve imparare a muoversi insieme e contemporaneamente, a prescindere dal fatto che si giochi a 7, a 9 o a 11. Si è già bravi se difensori e attaccanti, aiutati dai centrocampisti, seguono sempre l'azione.
I giocatori in campo devono avere dei punti di riferimento e perché questo sia possibile, nasce l'esigenza di mantenere delle posizioni ... , ovvero occupare un posto preciso e per fare ciò si deve abituarli a osservare continuamente cosa li circonda. Bisogna sapere, infatti, rispetto ai propri compagni, quale è la distanza giusta da mantenere. Tale distanza deve permettere un passaggio utile allo sviluppo dell'azione in fase offensiva e deve consentire di offrire un celere contributo di copertura nella fase difensiva senza recare intralci, in entrambi i casi, ai compagni di squadra coinvolti.
Al fine di assimilare questa necessità si può utilizzare una strategia che prevede, in alcuni momenti, partite in spazi opportunamente ridotti. Giocando in questi contesti, 4 > 4 ad esempio, si ha l'avversario subito "addosso" o vicino alla palla. Questa dinamica facilita la comprensione della necessità di avere uno spazio maggiore per poter giocare. Il principio consiste proprio nel limitare lo spazio per far comprendere ai bambini quanto sia utile per riuscire a giocare. Il passaggio successivo consiste nel far loro capire come si possa aprire e chiudere gli spai.
"La Regola" prevede che in fase difensiva lo spaio circostante venga ristretto all'avversario, sia con una pressione a carattere individuale sul portatore di palla sia con un'azione corale del reparto e della squadra, al fine di limitare il raggio d'azione.
Tali chiusure possono essere proposte nel modo seguente:
in profondità verso la "nostra" porta;
lateralmente per eventuali appoggi;
in sostegno per limitare la possibilità di far girare la palla.
Lo spazio si chiude marcando in modo efficace. Dovendo esprimere un principio di base per i bambini, potremmo dire che man mano che la distanza diminuisce verso la propria porta la marcatura sarà sempre più stretta. Bisogna mantenere il corpo sempre tra avversario e porta e marcare dall'interno e a distanza di braccio (per evitare che il contatto con il proprio corpo costituisca una sorta di perno su cui potersi appoggiare, ruotare e sfuggire ... ), mentre in area di rigore sarà giusto porre una marcatura più rigida.
L'anticipo e la marcatura a uomo, quindi, identificano il massimo esponente della chiusura di uno spazio a un avversario.Inoltre, si può far capire ai bambini che ogni qualvolta la squadra avversaria attua un retropassaggio è opportuno "salire" per chiudere uno spazio in senso lato al fine di mantenere gli avversari più lontani possibile dalla porta.
"La Regola" prevede che in fase offensiva, al contrario, lo spazio circostante sia ampliato. Questo significa:
staccarsi dal portatore di palla per consentire un passaggio migliore (e non di un metro);
rimanere larghi per creare una difficoltà naturale al marcamento;
attuare un movimento continuo e propositivo allo sviluppo dell'azione offensiva.
Occorre quindi conquistare spazio in avanti e farlo rapidamente attraverso corse in diagonale, in verticale, con l'aiuto di sovrapposizioni, tagli e inserimenti. Si deve esprimere il concetto di avere sempre almeno due soluzioni utili, sia per mantenere il possesso della palla, sia per essere imprevedibili. Per aumentare lo spazio bisogna:
venire incontro al portatore di palla, liberandosi dalla marcatura e facilitando l'inserimento di un compagno;
fare un contro-movimento, fintando di andare da una parte per recarsi in quella opposta;
attuare un inserimento centrale o laterale;
giocare velocemente con uno-due, un dai e vai ...
Conta inoltre il modo di correre, ci si può muovere lateralmente, a ritroso ... in modo veloce o lento.
Generalmente occorre proporsi quando il giocatore in possesso di palla può percepire il movimento e quindi si parlerà di momento opportuno e di tempo di smarcamento. Infatti, è bene rammentare che non può esistere una creazione o una chiusura di uno spaziosenza un appropriatotempo di esecuzione e per facilitare ulteriormente il giocatore in possesso di palla si deve essere al posto giusto un attimo prima che l'atleta riceva la sfera; questo per migliorare i tempi esecutivi che saranno trattati più avanti.
Parlando di tattica e cercando di porre l'accento su realtà di comune interesse, si entra in un argomento di notevole dimensione. Non sempre è possibile scindere degli aspetti che son, in fondo, legati da un filo conduttore. Pertanto analizzando questo argomento si desidera inserire una tabella alcune nozioni di tattica che riteniamo possano essere, per noi appassionati del calcio giovanile, di interesse comune.
ELEMENTI DI TATTICA
LA TECNICA DIFENSIVA
Individuale difensiva:
presa di posizione;
marcamento;
intercettamento;
contrasto;
difesa della porta.
Individuale offensiva:
smarcamento;
controllo e difesa della palla;
il passaggio;
finta e dribbling;
il tiro in porta.
LA TATTICA DI PRINCIPIO
E' la preparazione in senso lato e può cambiare per ogni gara in relazione a vari fattori:
climatici;
condizioni terreno di gioco;
stato di forma dei calciatori;
qualità degli avversari;
situazioni di classifica (avversari e non ... );
logistici.
LA TATTICA APPLICATA
Esprime tutte quelle decisioni e quei mutamenti della tattica di principio che l'allenatore attua durante la partita:
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